Chi avrebbe mai immaginato che quella valle, quella piana fertile venisse un giorno ricoperta da floridi noccioleti.
Di certo i Farnese nel ‘500 fecero abbassare le acque del lago per sfruttare la caduta dell’emissario per alimentare ferriere e cartiere di Ronciglione e per portare in superfice terreno coltivabile.
La nocciola Tonda Gentile Romana, Cornylus Avellana cultiva, cresce meravigliosamente nei terreni di origine vulcanica del lago di Vico, luogo ideale per la sua coltivazione. Gli esperti attribuiscono a questa nocciola del viterbese un contenuto di grassi minore rispetto a quelle raccolte nella zona orientale nel Lazio. E’ di forma rotonda, presenta un seme medio-piccolo, un aroma gradevole e un sapore delicato ma persistente.
La raccolta avviene tra la fine di agosto e la fine di settembre. Gli esperti attribuiscono alla nocciola viterbese, a forma tonda, un contenuto di grassi minore di quello che caratterizza la nocciola di provenienza orientale. Di forma subsferica, la polpa chiara e consistente, svela all’assaggio il gusto delicato tipico di questa varietà. I grassi insaturi presenti, oltre a fornire un buon apporto nutritivo, segnalano, con un gusto di rancido o di muffa, le nocciole scadenti, perché vecchie, raccolte in ritardo o mal conservate.
Nel comprensorio Cimino la presenza del nocciolo e, in particolare, della varietà Tonda Gentile Romana, risale a tempi antichissimi. Sembra che esistesse prima dei romani allo stato selvatico nel sottobosco. Giuseppe Nizi, in “Il Nocciuolo nella zona del Cimino”, del 1949, riporta che presso i Romani il legno di nocciolo era bruciato durante i sacrifici al Dio Giano, sul colle di Carbognano, e utilizzato per torce augurali durante le nozze.
La nocciola “Tonda Gentile Romana” si è ritagliata, fin dall’inizio del XX sec. un ottimo mercato, in particolare, è stata, ed è, molto ricercata nell’industria dolciaria per la preparazione del cioccolato e di dolci tradizionali come i tozzetti viterbesi ed il panpepato, solo recentemente ha trovato qualche utilizzazione anche in piatti di carne, come il coniglio in umido alle nocciole.
In pasticceria può essere usata intera o sminuzzata in granella, oppure ridotta in polvere e trasformata in pasta. Si trova anche in numerose ricette di piatti di carne, come il coniglio in umido alle nocciole, tipico di queste zone.È tuttavia nel campo della confetteria che essa trova la sua più completa utilizzazione per la confezione di torroni, croccanti, praline, gianduiotti, cioccolato nocciolato, ripieni per cioccolatini e confetti, caramelle nougatine, dolcetti caramellati e tipiche paste da spalmare.
E’ tra i prodotti laziali iscritti nell’ Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali(pubblicato sulla G.U. n. 142/2012, supplemento ordinario n. 124).