La storia della valle del Lago di Vico è legata a leggende ed alla mitologia che vuole Ercole artefice della formazione del lago di Vico.
Ciò che oggi si vede è la testimonianza di una lunga attività vulcanica del vulcano Vicano, la cui fisionomia ancora oggi si riconosce dai crinali della conca craterica che circoscrivono il lago.
Successivamente allo sprofondamento del vulcano, al suo interno emerse il piccolo cono lavico del Monte Venere che per millenni rimase un isola abbracciata dalle acque del lago.
Tutta la zona si ricoprì di una fitta estensione di boschi, tanto impenetrabili da incutere timore anche alle legioni romane. Solo nel 310 a.C. i Romani attraversarono questa intricata “Selva Cimina” tracciando il percorso della consolare Cassia che inizialmente costeggiava la valle del lago per risalire e scavalcare il crinale nord ad 800 metri di quota. Ancora oggi quelle foreste ricoprono i valichi ed i crinali fino a valle, dove prevale la coltura del nocciolo e del castagno. La zona pianeggiante della valle molto fertile è l’estensione venuta alla luce con l’abbassamento del livello del lago attraverso un emissario sotterraneo scavato dagli Etruschi e successivamente dai Farnese.
La Riserva si estende su 3200 ettari, suddivisi quasi equamente in boschi d’alto fusto, lago, coltivazioni di noccioleti e castagneti che per la zona rappresentano la risorsa primaria dell’ economia.
Il lago di Vico
Il lago si estende per circa 12 chilometri quadrati, con un perimetro di 18 chilometri ed una profondità di 50 metri, offrendo un incredibile varietà di fondali che offrono un infinità di habitat a numerose specie ittiche.
Lungo le sponde del lago, eccetto alcuni tratti, un folto canneto crea un habitat intermedio tra la riva e le acque, come una protezione naturale dove numerosi uccelli trovano riparo durante la riproduzione.
Nella parte nordoccidentale si estende una notevole zona umida ed una giuncaia che occupa una considerevole estensione, dove si svolge la vita di molti uccelli acquatici.
Flora
Orchidea spontanea |
L’intero territorio, eccetto i coltivi e le radure, è ricoperto da lussureggianti boschi d’alto fusto che si estendono per circa 1000 ettari, di cui una considerevole estensione ricopre il M. Venere.
L’estensione maggiore ricopre i pendii della conca craterica, dando origine ad una fascia boschiva che circoscrive l’intera vallata.
Nonostante esista una grande varietà vegetazionale sono facilmente distinguibili i boschi di faggio, cerro e castagno ceduo. La particolarità del microclima, caratterizzato da un’accentuata piovosità e dalla capacita del terreno di contenere l’evaporazione, permette al faggio di crescere forte e rigoglioso, con secolari esemplari che superano 35 metri di altezza, a quote insolite per questo albero che, in genere, cresce oltre i 800 metri s.l.m., mentre sui versanti nord-orientali di M. Venere e M. Fogliano, scende a 500 mt s.l.m..
La natura, grazie al clima, si presenta nel suo massimo splendore anche nelle essenze vegetali minori tra cui una notevole concentrazione di orchidee spontanee.
Fauna
La Riserva ospita oltre 170 specie di uccelli, molti dei quali nidificanti.
Le specie avicole rappresentano uno degli aspetti più importanti, facilmente avvistabili e ben adattate lungo le rive: svasso maggiore, aironi, garzette, cormorani, germani reali e moriglioni, grazie anche alla ricchezza della vegetazione, che, per molte specie, rappresenta la base vitale per l’alimentazione.
All’interno della Riserva sono osservabili alcuni falconiformi, tra questi la poiana, il gheppio, il nibbio bruno, il pellegrino .
Di notte si animano tutti quei mammiferi che di giorno vivono nelle tane e negli anfratti: volpi, faine, donnole, istrici, cinghiali.
Tutta la valle del lago potrebbe raccontare la storia di millenni e i delicatissimi equilibri che regolano la natura; basta essere attenti osservatori ed amanti della natura per scoprire che anche il più piccolo filo d’erba nasconde questi tesori
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