Capranica – Turismo

Capranica è arroccata su una rupe a schiena d’asino e, come un tempo, vi si accede dai due attuali ingressi. Gli Anguillara dominarono a lungo il paese ed erano in perenne conflitto con altri potenti per contendersi il dominio sulle terre circostanti.
Una volta cacciati gli Anguillara il paese fu guidato da varie signorie come avveniva ad ogni nomina di un nuovo papa tra cui i Barberini, gli Aldobrandini, gli Altemps ecc. Il centro storico ancora ben conservato conferma l’importanza che assunse il paese quando la via Cassia venne spostata su questo versante dei Cimini da Papa Urbano VIII, ma il periodo di massimo splendore venne raggiunto verso la fine del XVI sec., quando il card. Altemps, allora governatore pontificio, fece costruire nuovi palazzi e chiese tra cui villa Sansoni-Montenero, probabilmente su disegno del Vignola.
Nel corso dei secoli l’antico borgo si estese notevolmente senza subire gravi sconvolgimenti e l’assetto urbano si divise in tre zone; la più antica, con il vecchio castello Anguillara – alla quale si accede dalla Porta del Ponte, il quartiere rinascimentale – incastonato tra le due porte – e la zona più recente, fuori delle mura.
Capranica è famosa anche per la grande produzione di nocciole.

Da Vedere   

Chiesa di S. Francesco: fu costruita nel XII sec. e successivamente ampliata. All’interno, oltre opere di varie epoche, custodisce il magnifico sepolcro in forme gotiche del 1400 dei gemelli Anguillara, Francesco e Nicola.

Chiesa di S.Giovanni: risale al periodo romano. Quasi completamente ristrutturata conserva il campanile originale.
Chiesa di S.Maria: questo edificio datato XIII sec. ha subito notevoli restauri e ricostruzioni verso la fine dell’800. All’interno tavole, tele ed affreschi dal XIII al XVI sec. tra cui un pregevole trittico con S.Terenziano, S.Sebastiano S.Rocco.

Chiesa di S.Pietro: la più antica, probabilmente del X sec.
Chiesa di S.Rocco e Chiesa della Madonna della Grazie: uscendo dal paese, dir. Roma, si incontrano le due piccole chiesette.

SPETTACOLI E FESTE
17 GENNAIO S.ANTONIO, la sera della vigilia si accende un grande fuoco nella piazza. Il 17 benedizione degli animali e manifestazioni popolari.
FEBBRAIO CARNEVALE, maschere, satre e carri allegorici.
APRILE PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO
MAGGIO MOSTRA MERCATO, artigianato, antiquariato.
LUGLIO TUTTO FA SPETTACOLO
, decine di artisti si contendono l’ambito riconoscimento canoro.
10 SETTEMBRE PALIO DEI RIONI E MOSTRA MERCATO, artigianato e antiquariato.

Riserva Naturale Lago di Vico – Caprarola

La storia della valle del Lago di Vico è legata a leggende ed alla mitologia che vuole Ercole artefice della formazione del lago di Vico.
Ciò che oggi si vede è la testimonianza di una lunga attività vulcanica del vulcano Vicano, la cui fisionomia ancora oggi si riconosce dai crinali della conca craterica che circoscrivono il lago.
Successivamente allo sprofondamento del vulcano, al suo interno emerse il piccolo cono lavico del Monte Venere che per millenni rimase un isola abbracciata dalle acque del lago.
Tutta la zona si ricoprì di una fitta estensione di boschi, tanto impenetrabili da incutere timore anche alle legioni romane. Solo nel 310 a.C. i Romani attraversarono questa intricata “Selva Cimina” tracciando il percorso della consolare Cassia che inizialmente costeggiava la valle del lago per risalire e scavalcare il crinale nord ad 800 metri di quota. Ancora oggi quelle foreste ricoprono i valichi ed i crinali fino a valle, dove prevale la coltura del nocciolo e del castagno. La zona pianeggiante della valle molto fertile è l’estensione venuta alla luce con l’abbassamento del livello del lago attraverso un emissario sotterraneo scavato dagli Etruschi e successivamente dai Farnese.
La Riserva si estende su 3200 ettari, suddivisi quasi equamente in boschi d’alto fusto, lago, coltivazioni di noccioleti e castagneti che per la zona rappresentano la risorsa primaria dell’ economia.

 

Il lago di Vico
Il lago si estende per circa 12 chilometri quadrati, con un perimetro di 18 chilometri ed una profondità di 50 metri, offrendo un incredibile varietà di fondali che offrono un infinità di habitat a numerose specie ittiche.
Lungo le sponde del lago, eccetto alcuni tratti, un folto canneto crea un habitat intermedio tra la riva e le acque, come una protezione naturale dove numerosi uccelli trovano riparo durante la riproduzione.
Nella parte nordoccidentale si estende una notevole zona umida ed una giuncaia che occupa una considerevole estensione, dove si svolge la vita di molti uccelli acquatici.

Flora

Orchidea spontanea

L’intero territorio, eccetto i coltivi e le radure, è ricoperto da lussureggianti boschi d’alto fusto che si estendono per circa 1000 ettari, di cui una considerevole estensione ricopre il M. Venere.
L’estensione maggiore ricopre i pendii della conca craterica, dando origine ad una fascia boschiva che circoscrive l’intera vallata.
Nonostante esista una grande varietà vegetazionale sono facilmente distinguibili i boschi di faggio, cerro e castagno ceduo. La particolarità del microclima, caratterizzato da un’accentuata piovosità e dalla capacita del terreno di contenere l’evaporazione, permette al faggio di crescere forte e rigoglioso, con secolari esemplari che superano 35 metri di altezza, a quote insolite per questo albero che, in genere, cresce oltre i 800 metri s.l.m., mentre sui versanti nord-orientali di M. Venere e M. Fogliano, scende a 500 mt s.l.m..
La natura, grazie al clima, si presenta nel suo massimo splendore anche nelle essenze vegetali minori tra cui una notevole concentrazione di orchidee spontanee.

Fauna
La Riserva ospita oltre 170 specie di uccelli, molti dei quali nidificanti.
Le specie avicole rappresentano uno degli aspetti più importanti, facilmente avvistabili e ben adattate lungo le rive: svasso maggiore, aironi, garzette, cormorani, germani reali e moriglioni, grazie anche alla ricchezza della vegetazione, che, per molte specie, rappresenta la base vitale per l’alimentazione.
All’interno della Riserva sono osservabili alcuni falconiformi, tra questi la poiana, il gheppio, il nibbio bruno, il pellegrino .
Di notte si animano tutti quei mammiferi che di giorno vivono nelle tane e negli anfratti: volpi, faine, donnole, istrici, cinghiali.
Tutta la valle del lago potrebbe raccontare la storia di millenni e i delicatissimi equilibri che regolano la natura; basta essere attenti osservatori ed amanti della natura per scoprire che anche il più piccolo filo d’erba nasconde questi tesori

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Numeri utili
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VISITE GUIDATE E GUIDE TURISTICHE: Tel. 0761 645404

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Per informazioni sulla Riserva: centro visite della Riserva Naturale Lago di Vico Tel 0761 647444

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